www.nandosnozzi.ch
mensaminiera
di nando snozzi per
gallerie 57>34.6 km, progetto culturale di PRO HELVETIA


 

 

 

Nell'arte molte bellezze nascono per accidente
e vengono mantenute per scelta.
(Johann Heinrich Füssli, aforisma 153)

 

 

La performance “MENSAMINIERA” fa parte del percorso di SEGNIDIVERSISEGNATIINVERSI nell’ambito del progetto GALLERIE 57-34.6 km, che gravita attorno al cantiere Alptransit e promosso da Pro Helvetia.
“Mensaminiera” è una performance di suoni immagini e parole mute di senso. La creazione di un’ossimoro, cioè fare diventare realtà una forma retorica.
La retorica della miniera riscontrata finora.
Il progetto si è sviluppato a tappe. A Pollegio con la partecipazioni dei visitatori delle porte aperte del cantiere di Alp Transit, degli operai, dei minatori e dei dirigenti che sono intervenuti nella creazione delle pagine del giornale, con loro disegni e impressioni verbali riportate dagli animatori sui fogli.
A Rueras la gente ha riflettuto attorno all’Alptransit disegnando su fogli poi assemblati dall’artista che ha animato la giornata imprimendo sui fogli stessi la sua traccia-impronta.
A Frutigen i visitatori si sono trovati davanti a dei fogli neri, e hanno espresso i loro pensieri e le loro riflessioni, condotti da un artista del luogo che li stimolava con interrogazioni di natura varia sempre però avendo come fulcro il tunnel del secolo.
A Faido il progetto si è sviluppato attorno ad una performance all’interno delle gallerie, dove pittori e musicisti e videoimpressioni hanno prodotto un’azione artistica nella quale la gente si trovava coinvolta di passaggio durante il percorso visita dei cantieri. Le pagine erano risolte da due artisti, ognuno risolveva lo spazio seguendo il proprio segno e il proprio concetto creativo.
Dentro la mensa del cantiere di Pollegio c’è stata una permanenza di due artisti e di una coordinatrice e di una telecamera fissa che hanno registrato il passaggio di una giornata.
Tutti i fogli creati, formato 70 x 100 cm., vengono riposti in una cassa di legno appositamente costruita come contenitore, e verranno esposti nell’evento finale del progetto previsto per il 2007.
“Mensaminiera” é un’azione artistica e concerne di striscio Alp Transit (nel senso del tunnel): si è indagato come viene vissuto il tempo fuori dal contesto del lavoro duro e crudo, delle visite guidate o dell’ufficio.
“Mensaminiera” é uno spazio al di là delle gerarchie, ma non troppo, e che tocca i bisogni primari, il cibo e il tempo libero, come concetto di tempo che non è imprigionato dalla suobordinazione e dal dovere ma che comunque è sempre soggetto al controllo del lavoro.
Ci si è introdotti in uno spazio che assomiglia al limbo, lo spazio d’attesa e di parcheggio tra un turno e l’altro. Sono stati registrati i passaggi dei frequentatori della mensa: operai, i quadri alti, minatori, visitatori, impiegati d’ufficio, personale della mensa, intervistandoli sul momento e sul luogo con diverse domande riguardante la loro posizione davanti alla conduzione del mondo.
Per una volta, è stato interessante sapere il loro sguardo verso l’esterno, oltre il cantiere.
Da dove vengono, cosa desiderano e dove andranno, i loro sogni e le loro paure.

 

 

nando snozzi 2006

 

 

HALL D’ENTRATA

Vito: (ripetuto mentre distribuisce frutta secca)

Nell'arte molte bellezze nascono per accidente
e vengono mantenute per scelta.
(Johann Heinrich Füssli
aforisma 153)

 

Nando:
- Buonasera a tutti, questa sera assisterete ad una performance che fa parte del percorso di SEGNIDIVERSISEGNATIINVERSI.
Sarà una performance di suoni immagini e parole mute di senso.
La creazione di un’ossimoro, cioè fare diventare realtà una forma retorica.
L’osurità del sole. sole oscuro.
La luce del buio.  luce buia.
La retorica della miniera riscontrata finora, dove tutto sembra scontato. polvere, solitudine, lavoro duro, mondo al maschile.... eccetera... 
sempre più si fa strada una domanda: cosa si sta facendo, per chi, per cosa, dove si arriverà, quando tutto sarà finito non sarà già tutto obsoleto?
la  risposta é un dubbio e un senso di precarietà.
Il progetto si è sviluppato a Pollegio con la partecipazioni dei visitatori delle porte aperte del cantiere di Alp Transit, degli operai, dei minatori e dei dirigenti che sono intervenuti nella
creazione delle pagine del giornale, con loro disegni e impressioni verbali riportate dagli animatori sui fogli.
A Rueras la gente ha riflettuto attorno all’Alptransit disegnando su fogli poi assemblati dall’artista che ha animato la giornata imprimendo sui fogli stessi la sua traccia-impronta.
A Frutigen i visitatori si sono trovati davanti a dei fogli neri, e hanno espresso i loro pensieri e le loro riflessioni, condotti da un artista del luogo che li stimolava con interrogazioni di natura varia sempre però avendo come fulcro il tunnel del secolo.
A Faido il progetto si è sviluppato attorno ad una performance all’interno delle gallerie, dove pittori e musicisti e videoimpressioni hanno prodotto un’azione artistica nella quale la gente si trovava coinvolta di passaggio durante il percorso visita dei cantieri. Le pagine erano risolte da due artisti, ognuno risolveva lo spazio seguendo il proprio segno e il proprio concetto creativo.
Dentro la mensa del cantiere di Pollegio c’è stata una permanenza di due artisti e di una coordinatrice e di una telecamera fissa che hanno registrato il passaggio di una giornata.

Vito:
- In questo caso l’azione concerne di striscio Alp Transit (nel senso del tunnel): si è indagato come viene vissuto il tempo fuori dal contesto del lavoro duro e crudo, delle visite guidate o dell’ufficio.
Uno spazio al di là delle gerarchie, ma non troppo, e che tocca i bisogni primari, il cibo e il tempo libero, come concetto di tempo che non è imprigionato dalla suobordinazione e dal dovere ma che comunque è sempre soggetto al controllo del lavoro.
Ci si è introdotti in uno spazio che è come il limbo, lo spazio d’attesa e di parcheggio tra un turno e l’altro. Sono stati registrati i passaggi dei frequentatori della mensa: operai, i quadri alti, minatori, visitatori, impiegati d’ufficio, personale della mensa, intervistandoli sul momento e sul luogo con diverse domande riguardante la loro posizione davanti alla conduzione del mondo.
Per una volta, è stato interessante sapere il loro sguardo verso l’esterno, oltre il cantiere.
Da dove vengono, cosa desiderano e dove andranno, i loro sogni e le loro paure.

 

Vito, Nando, Bat, Claudio, Ivano (assieme)

-SEGNIDIVERSISEGNATIINVERSI
RESISTENZA PASSIVA O ATTIVA?

 

 

Vito:(ironico salendo sulla pedana)

Signore e signori questa era solo una domanda...

 

 

Nando:

- Primo intermezzo fuori campo. testo di Maria Pirisi. La paura sempre annidiata dentro il casco.

 

 

Vito: (sulla pedana)
Nessuno ne parla, tutti sanno dell’imponderabile timore che abita i pensieri di chi lavora nel ventre della montagna.
Chi la esplicita, chi tenta di minimizzarla e chi la tiene a bada con una risata, ma la paura è pur sempre un sentimento che s’infila subdolamente nel bagaglio di chi va a lavorare in miniera. Ed è la paura che spinge questi uomini ad agrapparsi al divino. Santa
Barbara è onnipresente sugli altarini, all’interno delle gallerie. E ogni minatore le dedica un pensiero nella speranza di essere protetti. A volte la paura artiglia e colpisce come uno schiaffo inaspettato e violento.
Un minatore austriaco racconta: - I minatori non hanno paura. Chi ha paura non può lavorare in montagna. O almeno questo pensavo fino alla tragedia di mio cognato. Fu un colpo durissimo. Lavoravamo assieme quando lui venne colpito da un’asta di trivellazione. Ero a mezzo metro da lui: un rumore improvviso mi fece girare e fu allora che lo vidi steso a terra. Non so descrivere ciò che provai in quell’istante. Quella sera dovetti portare la tragica notizia a mia sorella. Per intere settimane restai come paralizzato.
Un minatore galiziano confessa: la paura ha agitato i miei sogni per due anni. Ero vicino ad un mio compagno che è stato schiacciato da un masso: non è rimasto niente di lui! Il giorno dopo sono ritornato al lavoro ma avevo la scena negli occhi e per tanto tempo rabbrividivo all’idea che sarebbe potuto succedere anche a me. Ho vissuto altri incidenti durante il mio lavoro e posso dire che non siamo osessionati dalla paura. Ma quelli che fra noi hanno visto la morte da vicino, sono più consapevoli di altri dei pericoli incombenti.
Nessuno parla della paura apertamente ma la sentiamo, eccome!!!

SPOSTAMENTO (Gianni fa spostare la gente)

NELLA SALA DELLA RECITA (posizionati come in un’intervista da salotto. Gianni in tuta gialla in piedi come un alfiere)

 

Nando:
1. Lei legge? Se si cosa?

Vito:
La regione, gazzetta dello sport, a me piace molto lo sport, preferisco il calcio e tifo per l’inter.
Leggo raramente, se leggo leggo dei libri di psicologia.
Leggo gialli soprattutto camilleri, gialli che hanno un senso realistico, che trattano temi sociali,
il taghi, cioè il tages anzeiger.
Sto leggendo Calligola.
Leggo trhiller.
Dan Brown.
Io leggo poco.
Camilleri, libri di storia sugli indiani d’america.
Leggo ciò che mi passa mia moglie; Camilleri.
Leggo pochi quotidiani.
La sera mi informo cosa succede nel mondo, leggendo i giornali.
Leggo molti giornali e questo è il mio hobby.
Camilleri
Leggo il corano, sono macedone e mussulmano.
Riviste concernente la bicicletta.
Leggo roba di guerra.
Leggo di tutto soprattutto romanzi.
Riviste sportive e, lui (indicando una persona in fondo alla mensa) quelle porno … ahahahah.
Leggo giornali internazionali.
Leggo la NZZ per avere una visione globale della politica.
Quello che mi capita sotto gli occhi.
Coelho.
Saltuariamente i quotidiani, soprattutto quelli italiani.

 

Nando:
2. Se le dico “tempo libero” pensa ad un tempo prigioniero?

Vito:
Penso alla mensa del quartiere, a Biasca nei bar.
Penso che c’è un tempo condizionato da altri.
Io mi diverto sul lavoro e quindi non mi lamento.
Cerco di non avere tempo libero per combattere la nostalgia e cerco di lavorare.
Il tempo libero è quello fuori dalla galleria perchè dentro ho sempre paura.
Guardo la televisione e dormo.
Tutto il tempo che non posso dedicare alla famiglia è tempo prigioniero.
Mi piacerebbe dedicare il mio tempo libero ai figli.
Il tempo prigioniero è il tempo che passo lontano da casa mia.
Per quest’anno non ho tempo libero perchè ho dei turni massacranti, quindi mi sento prigioniero.
Nel tempo dentro il tempo ho spesso stati di ansia.
Frequento gli amici e colleziono armi.
Esco a mangiare e cercare qualche donna, ma va spesso buca a meno che non pago.
Faccio sport, corro a piedi, sci, nuoto.
Non so cosa vuol dire tempo libero perchè non mi pongo il problema.
Giro la zona, esco a bere birra.
Nessuno ci obbliga a fare niente quindi siamo noi che determiniamo il tempo.
Il tempo libero per me è un tempo senza obblighi.
Non ho molto tempo libero perchè quando torno a casa c’è da fare spesa e occuparmi della famiglia.
Qui il mio lavoro è dare il verde dove lo tolgono, cioè fare tappeti verdi anche dove prima c’era bosco, quindi il mio tempo è sempre libero perchè creo qualcosa.
Spero di avere tempo libero per ritornare a casa e siccome la possibilità di andare a casa è poca, spero di cambiare i turni e fare dei periodi più lunghi a casa.
Il tempo prigioniero è il lavoro.
Cerco di sentirmi donna e faccio escursioni, volo delta, restauro macchine vecchie, teatro.

 

Nando:
3. Sente la mancanza del suo cibo preferito?

Vito:
Mi manca moltissimo il gusto della mia terra (sarda).
La pasta asciutta (bergamo).
Niente perchè il prosciutto san Daniele c’è anche qui.
Il cibo della memoria è gratin di patate con lo speck.
Visto che sono sardo mi manca il maialetto ed i malloreddus e gli spuntini.
Mi manca la colazione perchè a casa mia si mangia tutti assieme il pane fatto in casa e jogourt (macedone).
Fagiolini bianchi con patate.
Specialità legate al mio luogo di nascita (germania).
Parmigiano, salame di felino.
Prosciutto san Daniele (udine).
Bernerplatte, lo trovo anche qui ma non come quello di mia madre.
Sento la mancanza della porchetta.
Patate fritte e bistecca.

 

Nando:
4. È al corrente di cosa succede oltre i confini del cantiere alptransit, cosa sa sulla regione in cui esso è situato?

Vito:
Esco nei dintorni ma la gente è fredda, sono chiuse come le vallate dentro le montagne, mi sento un po’ escluso.
La politica non mi interessa, tanto meno quella di qui. Cercano tutti il propro profitto.
Non mi interesso perchè ci sono solo guerre e se sono in galleria con questo pensiero ho paura di uscire e trovare tutto distrutto.
Si perchè abito qui e siccome sono un dirigente, ho contatto con i politici, qui sento tutti i problemi legati al cantiere e di conseguenza sono problemi legati alla regione.
Sono attento ai problemi del comune dove abito perchè ci sono molti soprusi.
Sono stato agente di sicurezza e quindi avevo contatto con la polizia e allora mi interessa sapere cosa succede.
No non seguo la politica internazionale, seguo qui  nel cantiere la politica a livello sindacale mi interesso dei diversi problemi.
Conosco Ascona, Locarno, Airolo …
Conosco la regione (come territorio) perchè il mio lavoro lo permette.
Causa il mio lavoro sono isolato mi occupo del rivestimento in cemento delle gallerie.
No niente, mi informo guardando la televisione.
Mi interesso di cosa succede qui perchè ci vivo e ho qui la famiglia.
Ho contatti con i fornitori e quindi il rapporto si risolve sul dare e l’avere

 

Nando:
5. Se le dico Svizzera la prima cosa che le viene in mente cosa è?

Vito:
Montagne, poco mare, guadagno, poca comunicazione, chiusura verso lo straniero,
cioccolato e rolex.
È la mia patria e tutto il mondo è paese.
Ordine e pulizia che considero una cosa positiva.
Io sono qui non per lavoro ma perchè ho conosciuto una donna con cui convivo da anni: sono in Svizzera per amore.
Mon sputo nel piatto dove mangio.
È la mia patria.
La cartina geografica e le bandierine.
Birra, mucche, banche …
Ne ho piene le palle e andrei su una piattaforma petrolifera.
Io sono puro svizzero e trovo che la svizzera si è allargata troppo.
Lavoro, guadagno di più rispetto all’Italia.
Un’isola con su la croce svizzera.
Gli svizzeri ti incontrano al bar e ti parlano; ma se ti incontrano il giorno dopo non ti salutano più.
Lavoro nel senso positivo del lavoro ed è ciò che salva la  famiglia.
Andare con lo snowboard e sci.
Rolex e cioccolato.
Apprezzo l’ordine.
Svizzera seconda patria: sono germanica.

Nando:
- Secondo intermezzo fuori campo, riassunto intimo di un tempo presente.

Vito: (levandosi in piedi)
Io già porto un nome che risiede anche nel tallone quindi devo fare attenzione alle debolezze. Achille sono. Leggo un po’ di tutto: dal romanzo a qualsiasi cosa mi interessi, sono arrivato qui con lo stipendio italiano, con l’identità estera perchè la ditta madre è italiana. È la ditta che decide dove mandarmi. sono stato in posti e condizioni schifosi ... oggi devo fare i conti minuziosamente.
Per tornare a casa prima spendevo 60 - 70 mila lire, oggi 80 euro. Ma lo stipendio non è mai cambiato, non è mai aumentato. L’euro è stata la salvezza di poche cose ma la disgrazia di tante altre. La situazione è stata mal gestita. L’altra sera, per esempio, mia moglie mi ha telefonato chiedendomi di portare del latte in polvere per una sua amica che doveva allattare il suo bambino. Avevano saputo che con il tanto che paghi per la stessa scatola di latte in Italia, in Svizzera ne compri tre.
Qui apprezzo che apparentemente voi andate a votare e la volontà del cittadino è rispettata.
Magari simulate solo la democrazia poi chissa cosa c’è dietro. Forse anche voi dovete votare sempre il meno peggio.
Un altro esempio banale ma molto significativo: qui se devi attraversare una strada non c’è pericolo perchè gli automobilisti fanno a gara a fermarsi; in Italia fanno a gara a sciacciare l’acceleratore.
Il mondo va male perchè tutti sono stufi; ma allora non capisco perchè la gente continua a votare le stesse persone: anche in passato i disastri sono starti causati dall’arrivo al potere di lugubri personaggi.
Eppure anche se la storia ha pianto morti a milioni la gente continua a votare sbagliato.

 

 

 

 

Nando:
6. Mi parli dei suoi sogni o considera che glieli hanno rubati?

Vito:
Vedere i miei figli più spesso e invecchiare bene.
I sogni sono nel cassetto; sogno di comperare la barca e pescare con i miei figli.
Boooohhh!!!!
Ho comprato la casa.
Ho comprato una casa in italia e siccome sono in pensione ....
Non vivo di sogni ma di realtà.
Non non mi sono stati rubati i sogni; il più grande è quello che i miei figli riescano nella vita.
Vorrei andare a vedere dei posti dove ho lavorato da giovane, in centro america per vedere cosa è diventata la diga che abbiamo costruito.
Sto lavorando con i miei sogni e farò un altro esame per riqualificarmi professionalmente.
Ho voglia di guidare i treni vapore.
I sogni non si possono rubare e ognuno nella vita ha quello che si merita.
Li avevo ma nessuno si è realizzato.
Casetta in montagna.
Ho tanti  sogni … il più grande? Essere un compositore jazz, come Paolo Fresu.
Mi piacerebbe andare su un’isola.
Ho dei sogni che non mi sono stati tolti, per esempio la traversata dell’america del sud in bicicletta.
Essere di più con la famiglia, visto che il mio lavoro mi costringe alla lontananza.
Essere di più con la famiglia … ma sarà sempre un sogno, fino alla pensione. Dopo si vedrà se non muoio prima.
Ho dei sogni da donna che posso realizzare.

 

Nando:
7. Pensa che ci siano delle giuste guerre? Se si perchè?

Vito:
No nessuna guerra è giusta, le armi non fanno del bene.
L’emancipazione delle donne,
Si però se c’è una ragione; perchè quando ci vuole la forza, ci vuole.
Guerre sui diritti, i diritti del lavoratore: le battaglie per i lavoratori.
No la guerra fa sempre male a qualcuno.
Visto che sono nato nella DDR, facevo il servizio militare e mi addestravano con le armi. Tentavano di convincermi che la guerra serviva ed era normale la convivenza con il fucile. Io però sono convinto che la guerra non ha nessun senso.
No, tassativo.
Tutti buttano le bombe per fabbricarne delle altre.
Io sono totalmente ateo sulle guerre e sulle religioni quindi non ho nessun credo che possa giustificare né una né l’altra,
Ci sono guerre e guerre … pittosto bisognerebbe distribuire i soldi a chi a fame.
Sono stato in russia a lavorare e non è che la gente sotto il comunismo sorridesse, ma adesso mi sa che stanno peggio! Ho dei parenti lì e ho visto la differenza come in tutto il mondo i ricchi aumentano il loro capitale i poveri aumentano di numero. Quindi ci saranno sempre guerre.
Qui in svizzera c’è la guerra dei prezzi, siamo troppo cari.
Le guerre sono fatte e costruite per interesse, non condivido quello che hanno fatto gli stati uniti, e sono d’accordo che chi è aggredito si difenda.
La guerra si deve fare qui in cantiere per rivendicare le cose giuste per noi.
Sono tutte sbagliate, sono nell’interesse dei grandi e solo per i soldi.
No.
Si nel senso delle lotte per l’emancipazione della donna.
Giustifico la guerra come male minore contro il terrorismo.
Posso  capire perchè ci sono le guerre, ma non per questo sono giuste.
Chi è in guerra pensa di farla per una giusta causa e con questo sentimento pensa di vincerla.
È una faccenda sporca e giocata dai potenti come un monopoli.
Io sono contro le guerre ma l’impotenza mi stimola istinti omicidi verso chi le causa.

 

 

 

Nando:
8. Chi sono i suoi attori o attrici preferiti? O i suoi miti?

Vito:
Mina, Robert de Niro, de Andrè, Vasco Rossi, Woytila.
Rocco Siffredi perchè ce l’ha lungo e si scopa delle fighe stratosferiche.
Pele, Rominger, Sean Connery, Belmondo.
Mango (cantautore italiano).
Io come donna ni piace Mel Gibson
Jodi Foster.
Belmondo, Alain Delon, ma sono invecchiati anche loro.
Benigni,
Pasolini perchè lavorava sulll’idea della verità.
Tom Hanchs in Forrest gamp.
Daniel Balavon, un cant’autore francese.
I Gotthard, George Clooney, Clint Eastwood.
Tina Turner perchè ha potenza e mette energia.
Julia Roberts a livello estetico
Simona Ventura mi attira sessualmente.
Mio fratello che è un attore di teatro, e sua moglie.
Antony Hopchins che ha fatto Hannibal.
Nicole Kidmann.
Rambo
I miti non esistono per me perchè anche loro hanno debolezze come noi comuni mortali.

 

Nando:
9. Se le chiedessero di interpretare un personaggio chi sceglierebbe?

Vito:
Un ruolo comico,
un ruolo comico,
un ruolo comico.
Quello che non farei è il cancelliere dello stato (Germania).
Vorrei essere Mango.
Berlusconi
un astronauta per toccare le stelle
non so chi interpreterei ma sono sicuro che non farei più il minatore, adesso
non posso più tirarmi indietro.
il papa o anche un vescovo oppure un frate in un monastero, io volevo fare il teologo
Pippi Calzelunghe.
Io farei un personaggio che faccia bene all’umanità.
Il poliziotto.
Valentino Rossi.
Mi piacerebbe essere un artista o uno scrittore.
Attore comico: io ho una natura ironica.
Io faccio ridere tutti i giorni quindi vorrei provare con un ruolo drammatico.
Zorro perchè è un bel personaggio … perchè è un personaggio che vuole giustizia.

 

 

 

 

Nando:
10. Se dovesse naufragare su un’isola cosa porterebbe con sé: l’arte, lo sport, la politica, la religione?

Vito:
L’arte. La politica la manterrei lontana.
La religione nel senso della fede.
Lo sport.
Lo sport legato alla salute lo sport è salutare.
Io vorrei l’arte per le cose belle e la cultura per mantenere ...
Lo sport per il benessere, visto il fisico che ho lo devo mantenere.
L’arte perchè mi porterei uno zaino di libri.
La religione perchè mi darebbe conforto, la fede.
L’arte, qualche libro. La politica e la religione non mi servono sull’isola.
Io faccio differenza tra la fede e la chiesa, una è l’anima, l’altra e un’istituzione rigida e conservativa.
Io una bella donna e con lei faccio politica, sport, discuto di religione e poi sesso sfrenato ...
La politica così potrei discutere tutto il giorno e se non mi danno ragione li butto a mare.
Libri umoristici per ridere tutto il giorno e non soffrire di solitudine.
L’arte e la musica.
La religione; però distinguerei tra la fede che è il credo e la chiesa che è la politica ed è ciò che delude tanti fedeli.
La religione perchè su un’isola si deve aver fede; la religione deve essere un’istituzione per poter aver un senso nella vita e bisogna diffonderla.
L’arte perchè l’arte d’arrangiarsi serve.
L’arte perchè la cultura ti fa vivere.
Lo sport perchè se porti l’arte cosa mangi?
Con lo sport mangi perchè peschi e cacci; se porti un quadro, anche se è di Picasso, cosa ne fai?
La religione no questo è sicuro; anche se vado ai battesimi, ai matrimoni e ai funerali.
La religione perchè te la cavi in ogni posto e ti insegna il rispetto per gli altri.
Niente di tutto questo: porterei la sopravvivenza.

 

Nando:
11. Quando non lavora cosa fa?

Vito:
Esco a passeggio,
guardo la tele,
guardo la tele,
televisione,
guardo la tele.
Cerco una donna.
Vado a Biasca.
Leggo.
Intrattengo contatti.
Mi piacerebbe fare sesso ma manca la materia prima … allora ...
Faccio foto.
Giro.
Mi occupo della casa, del cane e del gatto.
Cerco qualcuno da amare.
Cerco di vivere.

 

 

Nando:
12. Cosa le manca di più? Perchè?

Vito:
Casa mia,
la famiglia,
la famiglia.
Una donna ma qui è difficile trovarne a meno che non vai a puttane.
Ma non mi va, qui attorno ce ne sono ma é una cosa squallida.
I figli.
La terra, l’acqua del mare.
la famiglia
Il senso di calore che mi danno i miei figli.
la famiglia
La patria, anche se le persone in ticino sono molto gentili.
Una donna e l’amore.
Io sono calmo ma tremendamente inquieto: quindi mi manca di vivere la vita che vorrei, la sento scorre la sento che scivola via ...

 

Nando:
13. Esprima, in ordine di preferenza, tre desideri.

Vito:
Salute, soldi, benessere e vita regolare.
Portare i miei genitori qui.
Salute, amore e denaro.
Benessere famigliare, lavoro, salute..
Viaggiare... e la salute soprattutto quella mentale
Essere musicista, poter fare musica e fare la mia ricerca musicale.
Scalare una montagna … ma ho troppa paura.
Essere felice, essere rispettata, essere protetta e la famiglia.
Sempre trovare dei nuovi stimoli.
I soldi ma non fanno la felicità … figuriamoci la miseria! Ahahahah. Quindi voglio i soldi.
La pace.
Poter viveve con gente che mi vuole bene.
Di finire questo cantiere con successo: non nel senso personale, ma come opera ciclopica.

 

Nando:
14. Se dovesse scegliersi un soprannome come si chiamerebbe?

Vito:
Spugna, Capitan uncino, Leonardo, Galileo, Jamin-joggi.
Sul cantiere mi chiamano il corto, il piccolo.
La volpe.
Pigro.
Cavour.
Pippi calzelunghe.
Poeta.
Spiderman.
Cora, la sorella dell’ultimo dei moicani.
Luna.
Sole.

 

SPOSTAMENTO (Gianni fa spostare la gente)

NELLA HALL  D’ENTRATA

 

Nando:
- terzo intermezzo fuori campo. Riassunto intimo di un tempo che dura una vita.

Vito: (levandosi in piedi)
Mi aggiorno con pubblicazioni scientifiche per essere attento ai prodigi della tecnologia.
Sono interessato a ciò che succede e posso solo indignarmi davanti al mal di vivere e al mal costume che spesso vanno assieme e generano trasandatezza e ignoranza e arroganza.
Mi dedico allo sport quando non sono prigioniero del lavoro.
La memoria la alimento mantenendo i sapori ed i gusti estetici tramandati con l’educazione avuta da genitori saggi: il ricordo della mia infanzia felice è ben impresso dentro di me. Poi la tragedia mi ha scombussolato la vita, ma non mi sono lasciato andare e ho lottato per superare ogni difficoltà e svelare i proibitivi tranelli tesi dalla società improntata solo ad accumulare guadagni per pochi.
Il mio lavoro mi consente di avere molti contatti, inoltre in palestra condivido dei toccasana che mi procurano benessere fisico e mentale. Considero la pratica sportiva una cosa seria, quasi come una specie di meditazione.
Qui nella patria dello scudo crociato ho trovato l’opportunità del lavoro e mi piace l’ordine e lo schema organizzativo condiviso anche dalla maggioranza della popolazione.
Il rispetto per la natura è sinonimo di rispetto per la gente che ci vive dentro.
Sogno di continuare la vita così qualche anno ancora e poi continuare la pensione in riva al mare, di cui sento tantissimo la mancanza, perchè sono nato quasi in spiaggia.
Nella mia stanza ho le foto dei miei famigliari per ricordarmi le responsabilità che ho assunto mettendo al modo dei figli. Ho realizzato quasi tutti i miei desideri.
Vorrei un po’ di pace ... purtroppo ci sarà sempre una guerra in corso, da sempre è così, non ci sono mai stati dei periodi storici dove c’era pace.
Tanti massacri non sono stati pubblicizzati perchè non esistevano mezzi di comunicazione veloci come ora: anche adesso ci sono massacri di serie A e B. Tante cose non si sanno perchè a pochi interessano. L’essere umano è legato al sangue e alla violenza per affermare la supremazia quindi una società violenta è stabilita da sempre ed è irreversibile.
Mi piace la comicità brillante perchè da lì passa il senso della vita, cercando di soprassedere ai dolori.
Io sono cattolico ma non praticante perchè la fede mi da pace e la chiesa fomenta i sensi di colpa; e da lì è impossibile salvarsi se non con la psicanalisi.
Ahahahahahahha.
Al buon genio chiederei di ritornare nel tempo per conoscere altre precedenti civiltà per riparare agli errori commessi nella storia.

 

Nando:

- Quarto intermezzo fuori campo. testo di Maria Pirisi. Le notti boreali di Bodio.

 

Vito: (sulla pedana)

Nella mensa del cantiere fra scampoli di quotidianità e contaminazioni della solitudine di un giorno lavorativo.
Varcata la porta, il leggero brusio dei pochi minatori sparsi tra i tavoli della mensa s’acquieta. È un mondo di uomini quello, fatta eccezione per la barista e le cameriere. Alle 22.15 una presenza femminile viene accolta come un’apparizione aliena.
La sala della cantina sembra immensa, vuota com’è. I pochi minatori seduti a consumare il pasto alla fine del loro turno sembrano ancora più soli e sperduti. Quasi tutti sono partiti, staranno via una settimana per le vacanze pasquali e faranno ritorno il martedi successivo. Solitario un minatore di mezza età è intento a cenare, mastica meccanicamente, la tuta ancora impregnata di polvere, gli occhi stanchi. Alla tv scorrono le immagini di un film di e con Schwarzenegger, ma nessuno lo guarda.
I presenti saranno 5 in totale (due tedeschi, un austriaco, due italiani). Solo alle 22.30 la sala si anima un poco: arrivano piccoli gruppi, ma ancora pochi si fermano a mangiare: i più bevono boccali di birra. Sono gli ultimi avventori, quelli che hanno finito il turno alle 22;
passati dall’oscurità del tunnel a quella della notte.
Brandelli dei discorsi dei presenti captati qua e la parlano di quotidianità appena trascorse.
A un tavolo, un capannello di sardi, un friulano e un siciliano confabulano; alle loro spalle, qualche metro più in là, siedono un galiziano e un valtellinese. Il valtellinese racconta: ho una vita difficile, non mi riferisco tanto al lavoro in sé ma a ciò che comporta. Sono qui a Bodio, addetto al Wurm e nessuno immagina quanto mi pesi a stare lontano da casa, anche se ogni fine settimana fosso farvi ritrorno. Mi sarebbe piaciuto vedere ogni giorno crescere mia figlia, poterla educare assieme a mia moglie.
Quando si ha un mutuo della casa da pagare e si desidera assicurare un minimo di futuro alla famiglia, i sacrifici si affrontano e si impara a convivere con la paura.
In Italia si è mal pagati: con il carovita per colpa dell’euro non arrivi più alla fine del mese e
quindi, se non hai la forza e la possibilità, emigri. Io sono tra i più fortunati perchè qui ci sono molti altri che devono farsi centinaia di chilometri e a casa ci vanno una tuntum.
Il galiziano annuisce. Lui ha 38 anni e a casa ci va davvero poco. Sguardo bonario, un filo di barba nasconde un viso ancora da ragazzo.
Racconta: - Il viaggio per raggiungere il mio paese è lungo. Potrei prendere l’aereo, solo che alla fine mi viene a costare troppo. Che senso ha allora sopportare la fatica, la solitudine, la paura di stare sotto, se poi non riesci a mettere da parte ciò per cui siamo qua? Lo stipendio, intendo. Io sto costruendomi la casa nel mio paese. Tutto quello che guadagno va lì. Ho nostalgia della famiglia e del paese. Il mio sogno sarebbe di trovare una donna. Sono 15 anni che la cerco, vorrei sposarmi, mettere su famiglia e godermi finalmente la mia casa. Un domani spero di non dover più andare in giro a lavorare, spero di trovare un’occupazione a condizioni favorevoli in Galizia. Ma forse è un’illusione. Eppure è proprio un’illusione che mi rende le giornate meno pesanti e che fa si che io non perda mai il buonumore.
È quasi mezzanotte, per i due minatori, si è fatto davvero tardi e la “serata” si è protratta oltremisura: domani mattina saranno in piedi alle 5 per cominciare l’ultimo turno prima della pausa pasquale.
Fuori dalla Cantina, fra case-container tutto sembra immobile. Solo il vento corre.

 

 

 

  < > , 23.11.2008
 
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