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DIARID'AREA 16.12.2003

 

Il colloquio con l'iguana sfociava sempre in una disquisizione sul periodo nomade dei plantigradi e su come appoggiavano sul terreno il metacarpo o metatarso e dita. Si tirava l'alba senza accorgersi del trascorrere della notte e quando la radio rigurgitava i primi spasmi delle notizie internazionali si rimpiangeva il tramonto del giorno prima. Da quando i paladini di una giustizia imperfetta avevano dissotterrato l'icona di un dittatore fatto su misura, Lazzaro aveva perso importanza sulla scena delle religioni, sostituito dal capro espiatorio dei Ponzio Pilato del terzo millennio. Il tempo si aggiustava con il tempo e temporeggiava nel senso di una frase strampalata che correva sulle labbra degli altoparlanti del regime.

Si giustificava l'odore della merda che usciva da sfinteri corrosi coprendo il profumo del letame. Tutto era risolto negando il ricorso e l'appoggio a situazioni ecosostenibili, gli uccelli marini finivano con un pigiama di catrame addosso, e i polmoni dei bambini nascevano con la nostalgia per l'asma ed un desiderio per bronchi al biossido d'azoto.

La censura passava tra bocche cucite con il filo spinato ed occhi tappati da un'aria cementata senza zuccheri. Le ipotesi per un delirio ed i prodromi di nuove guerre stavano urgentemente approvvigionandosi di nuove idee mettendo incinte menti ammalate. I criminali del futuro accantonavano scorte di sorgenti di acqua definendo l'oro bianco una conquista preventiva. Gli schiavi del domani erano già programmati per giustificare l'insediamento anticipato della razza padrona.

Le abitudini di una vita penetravano nel profondo del corpo e la mente ne restava prigioniera quel tanto che bastava per abituarcisi.

"D'io di dio" non si era mai misurato a braccio di ferro con la coscienza di fanatici partoriti da idee al limite di ogni decenza. "Io non so" dicevano i generali ed i qualunquisti appollaiati sulle scale di ordinanze ormai datate e obsolete.

I maniaci della libertà duratura senza effetti collaterali avevano inventato le guerre preventive e le tombe future.... ahahahah... "ma dove cazzo era il nemico?"

Non riuscivo a staccarmi dalla realtà per disegnare di fantasia, allora, scrivevo metafore interpretabili a dipendenza dalla collocazione scelta nella vita e nel desiderio. Mi sembrava che le guerre avevano sempre inizio il giorno stesso della dichiarazione della loro fine! La guerra iniziava e gli angeli non avevano mai abitato il cielo e gli uomini di buona volontà si erano fottuti il loro posto porgendo troppe volte l'altra guancia!

La morte dell'anima non era compresa nell'accordo che si era previsto per gli esseri umani, perciò non ritengo più valida nessuna promessa... preferisco vivere!

La disobbedienza civile (anche sotterranea), perpetrata a livello individuale (senza esternarla o mostrandola come trofeo), poteva essere un antidoto alla strafottenza globale. Piccoli atti di disturbo tipo: dare dei soldi a chi chiede l'elemosina facendo sentire taccagni chi con supponenza dice che ci sono troppi stanieri-handicapati-tossici-nullafacenti-asilanti da mantenere; non consumare il consumabile imposto; non accodarsi per inerzia a trend obesi; non aderire a idee arroganti e razziste insinuati da galoppini preposti, erano azioni che iniziavano a costruire la resistenza.

Una Grande Signora anni fa mi aveva detto: "chi chiede l'elemosina, (anche se obbligati da malavitosi, gangster accomodanti con il potere) stanno male comunque!" Io che avevo sempre avuto l'idea che se non avessi fatto l'artista sarei stato un buon prete, e se avessi avuto più coraggio sarei diventato un bandito-fuorilegge tipo Robin Hood o un pirata tipo Sandokan, davo sempre il mio obolo.

(Non riuscivo ancora a rubare ai ricchi per dare ai poveri, ma ero sicuro che fosse un'opzione della vita che sarebbe diventata un obbligo)

I sensi di colpa del dare e dell'avere, dell'amore e della morte incombevano ed avevano nascosto la cognizione di quanto bastava per vivere, che magari era lì a portata di mano, dietro l'angolo e per tutti.

Sensi diversi nati in versi non recitati, avevano definito il volto della paura che istigava a delinquere e avevano cambiato il corso della verità... intanto ridevano gli stolti. Gli storpi di ogni guerra, di ogni sud e dei bassifondi del nord intonavano l'inno dei "raté de la revolte" (traduzione possibile: quelli che si commiserano nel piangersi addosso sempre ed ad ogni costo).

La libertà che ognuno si immaginava e le prigioni che ognuno si sceglieva marchiavano la pelle come barre per la lettura elettronica del prezzo della vita. Il senso di un'esistenza si poteva barattare nei supermercati a rischio e pericolo dell'ecoterrorismo e dell'attrazione speculare (nel senso di indagare con l'intelletto) verso orizzonti di profitto.

Prima del grande guadagno c'era il baratro della cupidigia che gli occhi della paura avevano visto oltre lo sguardo dei mandatari della menzogna, personaggi, quest'ultimi, che vivevano nei grandi sfarzi e coperti di strafighe e cazzi modellati a regola delle carte di credito.

L'ultima cena non era stata ancora organizzata. Niente era deciso perché gli apostoli erano stati esautorati. Avevano barato recitando il loro curriculum per aderire ai profili requisiti.

La violenza era diventata un fatto naturale orchestrando scelte e creando assassini che volevano il potere e dove tutti erano coinvolti e complici nell'assistere al declino.... finalmente tutto doveva succedere.... nel senso che tutto era già passato. Io speravo che non si smettesse di urlare il proprio dissenso...

Essendo giudicati inabili alla morte e scaldati da un sole sporco, non si doveva attendere una globalizzazione irreversibile di un mondo frantumato da una dittatura economica. Gli squatter di spazi disponibili ai margini di territori sofsticati, esplicitavano modi e comportamenti disponibili ad azioni atte a depistare i poveri di spirito e gli esseri che avevano alimentato il proprio cervello con la loro merda occultandosi ogni accesso per capire la vita.

I famosi "LORO" si scambiavano foto di gruppo, sia in un esterno sia in un interno. I protagonisti erano scelti per essere manovrati ed i manovranti erano manovrati a loro volta. Chi guardava, i giudici ed i giurati (che ascoltavano solo ciò che volevano) in caso di dubbio si rivolgevano a uffici competenti pre-istruiti e legati a filo doppio a ricattatori ricattabili e ricalcati da formule di governo già sperimentate e corrotte.

I corpi cambiavano, la memoria restava ed era raccontata a dipendenza da chi doveva ricordare e santificare. Le parole scalavano le difficoltà e diventavano codici irresponsabili e criptici. Le scimmie ogni tanto ridevano...

Non c'era pace per i boia, dovevano sempre affilare la mannaia, i nuovi ricchi indicavano dove calarla per eliminare le teste pensanti dei nuovi poveri. Il pensiero malato generava mostri. Con sorrisi su labbra serrate sputavano i veleni impastati dentro bocche incrostate dalla fatica.

Mi chiedevo:

dove giocherebbe la nazionale di calcio se sui campi dovessero germogliare dei chiodi ed i garofani lacrimassero a causa del profumo di cipolle?

L'essere umano si autorizzebbe a credere che una vita risorgerebbe sulle ceneri di un altra?

C'era ancora una speranza di riscattarsi dalle nefandezze compiute fin'ora?

I figli del proprio tempo erano fuggiti dal libro della vita?

Sulle onde di una musica misteriosa navigavano le risposte, le note stonate di una storia crudele e sporca imbottivano le vie di comunicazione. La leggenda narrava che fare l'amore e non la guerra non produceva soldi e mettere fiori nei cannoni non forniva carne fresca ai magnaccia dell'industria.

Prima che fosse troppo tardi era auspicabile un'evasione di massa dalla prigione che avvolgeva a 360° la Madre Terra.

Il peso dell'ignoranza incombeva sul futuro e le finestre dell'apprendimento erano chiuse e ostacolate dalle autorità non competenti.... gli inquisitori cospargevano il mondo con il loro sperma putrido e inquinato e pascolavano i loro fantasmi in territori rubati, i tutori dell'ordine interrompevano la storia e ingannavano le arti con tumultuose cronache legate alla politica sporca. La censura conveniva a chi aveva dei grossi sensi di colpa e qualcosa da nascondere e di cui vergognarsi, in una società attaccata allo schermo e allo scherno, si riempiva il vuoto con voglie di consumo ad oltranza. I desideri ammalati aspettavano il nullaosta per un viaggio nell'illusione di una felicità destinata al suicidio.

Le immagini erano senza titolo per chi non voleva vedere ciò che era evidente.

Il diariod'area finiva con un'apertura verso l'ignoto, l'avventura continuava.....

 

nando snozzi

terra degli scorpioni

2002-2003



 

  

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